L’avvicinamento ad un animale selvatico é generalmente poco probabile, confronto a quello che può essere un fortuito avvistamento (molto probabile soprattutto in una zona abbastanza frequentata da quella specie) dove l’animale accortosi della presenza dell’uomo, che percepisce come minaccia, fugge il più velocemente possibile. L’animale selvatico dovrebbe rimanere tale, l’interazione umana può essere davvero nociva per l’animale, poiché si interferisce con il suo benessere specifico-psicofisico. Spesso questo avvicinamento si fa con la somministrazione di cibo (come avviene sempre più spesso con le volpi) questo li rende più confidenti a loro enorme danno, non si troveranno bene in natura quando avranno necessità di procurarsi il cibo da soli, cosa che tra l’altro avverrà ai bordi delle strade.. Il fatto che siano addomesticati non li rende animali domestici, non sono “programmati” per l’interazione umana. Un selvatico, a differenza del domestico, secerne fisiologicamente una maggiore quantità di adrenalina che a livello morfologico si traduce con aggressività, paura e comportamento selvatico, uno stato di allerta continuo (soprattutto negli ungulati- caprioli, essendo prede) che genera stress se sottoposto a minacce dall’esterno. Nel video un incontro spontaneo e naturale con un maschio di capriolo sul monte Amiata. Arrestandomi a debita distanza e osservando l’animale, senza elementi di disturbo come rumori e odori, solamente rispetto e meraviglia. Un atteggiamento di curiosità da parte di entrambi, lui accortosi della mia presenza non la percepisce come una minaccia, mi accoglie e mi permette di girare diversi video anche dopo di questo, per parecchi minuti e osservarci a vicenda. Per poi continuare ognuno per la sua strada, io sicuramente più arricchita di prima.
Incontri spontanei
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