Durante le nostre passeggiate “FuoriRotta” si cerca sempre qualcosa che possa ricondurre alla presenza di animali selvatici in quel luogo. Con un po’ di attenzione e di fortuna sono tantissimi i segni di presenza della fauna locale. Camminare in un posto con fango e neve aumenta di moltissimo la probabilità di osservare direttamente le impronte lasciate a terra, oltre ad un gran numero di informazioni riguardo la specie, la direzione, la velocità e il tempo trascorso. Per poter attribuire un’orma al legittimo proprietario è fondamentale in primis prendere in considerazione il substrato su cui l’impronta è impressa. Se la neve tende, con i giorni, a deformare l’impronta slargandola in seguito a fenomeni di scioglimento e ricongelamento, un’orma impressa nel fango fresco è in genere una riproduzione fedele! Forma e dimensione permettono una prima distinzione tra animali poggianti l’intera pianta (es. Tasso), quelli che poggiano solo i cuscinetti plantari (es. Lince, Cane, Lupo), animali che poggiano soltanto il terzo e quarto dito (ungulati) o ancora animali che saltano (lepri e conigli). Pochi giorni fa camminando su un fangoso sentiero dei Lepini Occidentali, a seguito delle abbondanti piogge dei giorni precedenti, in mezzo ad una miriade di orme di domestici (cavalli e mucche) e selvatici (cinghiali, volpe e lupo) ecco comparire con la sua piccola ed elegante forma l’orma del fantasma dei boschi: il Gatto Selvatico. L’impronta quasi circolare è formata da quattro cuscinetti digitali, piccoli ed ovali, disposti ad arco attorno al cuscino plantare trilobato, camminando non lasciano il segno delle unghie che sono retrattili… Queste due caratteristiche le rendono inconfondibili con quelle di altri carnivori! Meravigliosa!
Orme nel fango
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